La gestione alberghiera, specialmente in Italia, è spesso schiava della stagionalità: si lavora freneticamente per pochi mesi e si fatica a coprire i costi nel resto dell’anno. Molti albergatori si rassegnano, pensando sia una condizione inevitabile. E se non lo fosse? Come puoi trasformare un apparente svantaggio, come un cielo grigio, in un motivo di prenotazione? La risposta sta nel ripensare i tuoi spazi. Un hotel con spa al chiuso diventa una destinazione confortevole 365 giorni l’anno, un luogo che i clienti scelgono proprio perché fuori fa freddo.
L’obiettivo è smettere di dipendere dal sole e iniziare ad attrarre una clientela nuova, con esigenze diverse: coppie in cerca di una fuga romantica, professionisti che vogliono staccare per 48 ore, e persino i clienti locali, che scoprono di poter godere di un momento di lusso a pochi chilometri da casa. Il tuo hotel cessa di essere “stagionale” e diventa una meta valida sempre.
Il valore di una spa interna
Siamo onesti: una splendida piscina all’aperto fa una gran figura nelle foto estive, ma per quanti mesi all’anno viene utilizzata realmente? Tre, forse quattro se la stagione è buona. Per il resto del tempo, è un costo di manutenzione e uno spazio inutilizzato.
Una piscina interna riscaldata, al contrario, permette ai tuoi ospiti di vivere il lusso di un bagno rilassante anche e soprattutto mentre fuori ci sono 5 gradi.
L’investimento si sposta dalla semplice estetica alla qualità del tempo che il cliente trascorre dentro la tua struttura. Pensa a un’area idromassaggio interna, magari con una vetrata che dà sul giardino invernale, o a una zona con comodi lettini: questi elementi diventano potentissimi motivi di scelta. Stai offrendo un pregio tangibile, un qualcosa in più che giustifica la spesa della camera. Il valore percepito del soggiorno aumenta esponenzialmente.
Questo ti permette, di conseguenza, di stabilizzare le tariffe, rendendole molto meno dipendenti dalle bizze del meteo o dalla bassa stagione. Non stai più solo affittando una camera; stai offrendo un’isola di comfort che funziona sempre, che piova o ci sia il sole. È un vantaggio che si traduce direttamente in un tasso di occupazione più stabile e in una clientela disposta a pagare per un servizio superiore.
Oltre la piscina: cosa non può mancare
Attenzione: un errore comune è pensare che “area al coperto” significhi semplicemente mettere una vasca d’acqua in una stanza chiusa. Per funzionare davvero e giustificare l’investimento, devi costruire un itinerario di cura personale. Un ospite in piscina si annoia dopo 30 minuti; un ospite che segue un itinerario studiato rimane nell’area per due ore e ne esce rigenerato (e molto più soddisfatto). L’attrattiva di una spa interna si costruisce con una sequenza logica di stimoli caldi, freddi e relax. Ecco cosa non dovrebbe mai mancare:
- Saune e bagni turchi: Sono i pilastri. La sauna offre un calore secco ad alta temperatura, ideale per un effetto detox e per rilassare la muscolatura. Il bagno turco (o hammam) lavora sull’umidità, purificando la pelle e le vie respiratorie. Offrire entrambi significa coprire diverse preferenze.
- Docce emozionali: Sfruttano la cromoterapia e l’aromaterapia (nebbia fredda alla menta, pioggia tropicale al maracuja) per creare una transizione tra il caldo della sauna e il relax successivo.
- Cabine per trattamenti: È fondamentale prevedere stanze dedicate dove proporre massaggi, cure per il viso e per il corpo. È qui che il cliente spende attivamente, trasformando la spa da centro di costo a centro di profitto.
- Aree relax: Spesso sottovalutate, sono invece fondamentali. Dopo il calore e i trattamenti, il corpo ha bisogno di abbassare i battiti. Spazi silenziosi, con lettini ergonomici, luci soffuse e un angolo per le tisane, completano l’itinerario e lasciano all’ospite una sensazione di completo appagamento.
Sicurezza e manutenzione
Può capitare che le aree spa vengano trascurate. Acqua con odore di cloro eccessivo, aria viziata, fughe annerite nelle docce. Proporre uno spazio al chiuso, specialmente se umido e caldo, richiede un’attenzione maniacale alla gestione. L’igiene qui non è un optional, è il primo requisito. Un ambiente chiuso e umido è il luogo ideale per muffe e batteri se non è progettato correttamente.
C’è bisogno di sistemi di ventilazione e filtrazione dell’aria (VMC) potenti e costantemente monitorati. La qualità dell’aria è il primo biglietto da visita.
E poi c’è l’acqua: il monitoraggio dei valori di pH e cloro deve essere costante, non solo per il comfort, ma per legge. Esistono normative sanitarie precise, come quelle definite dall’Istituto Superiore di Sanità, che impongono standard rigorosi.
Una spa visibilmente pulita, igienizzata e ben tenuta comunica fiducia. È la garanzia che offri ai tuoi ospiti, e la base su cui costruire recensioni positive.
Come comunicare la tua oasi di relax
L’obiettivo non deve essere dire semplicemente “abbiamo una piscina”, ma “ti offriamo un’oasi di benessere”.
Tutta la comunicazione deve ruotare attorno all’emozione, alla pausa, alla rigenerazione. Il primo passo? Le fotografie. È necessario un servizio professionale che catturi il vapore, la luce calda, l’atmosfera di quiete. I video e i reel per i social sono ancora più potenti.
Sul tuo sito web, l’area spa deve avere una sua sezione dedicata. Nella pagina di prenotazione, devi creare un chiaro upsell: “Camera Standard” vs “Camera con Accesso Spa”. Rendi evidente il pregio.
Ma la vera mossa strategica è la creazione di pacchetti per la bassa stagione. Smetti di svendere le camere e inizia a vendere proposte complete: “Fuga d’Autunno” (2 notti + 1 massaggio), “Weekend Rigenerante” (accesso spa + cena), o “Day Spa” per i clienti locali (accesso pomeridiano + aperitivo). Intercetti così un pubblico nuovo: non solo turisti, ma anche residenti. E puoi perfino proporlo alle aziende per riunioni seguite da un momento distensivo.