Il Turismo lavora per l’Italia Parte II

Continuiamo con il programma “Il Turismo lavora per l’Italia” con la seconda parte.

Offrire nuovi servizi

L’aggiornamento dei servizi esistenti e lo sviluppo di nuovi servizi sono due tra le leve principali su cui l’impresa turistica deve agire per fidelizzare i propri clienti e per conquistarne di nuovi.

Il cliente moderno è informato, consapevole, esigente. Si aspetta di ricevere una pluralità di servizi, tra i quali la disponibilità di una camera d’albergo accogliente e confortevole è certamente essenziale ma non può considerarsi esaustiva. L’albergatore non può quindi limitarsi a presidiare il servizio ricettivo in senso stretto. Deve assicurarsi che il cliente possa godere, dentro e fuori la struttura ricettiva, di tutti gli elementi necessari affinché il soggiorno si trasformi in un’esperienza gratificante.

Creatività, passione, tecnologia, sono alcune delle parole chiave che hanno consentito al mercato italiano di sviluppare un ampio ventaglio di offerte, che consente di scegliere tra migliaia di proposte, capaci di soddisfare tutte le esigenze e tutte le tasche.

A volte, tuttavia, il desiderio di offrire un servizio migliore si scontra con le difficoltà indotte dagli oneri burocratici che ostacolano la possibilità di proporre servizi accessori rispetto all’attività principale.

L’obiettivo: Ampliare la gamma dei beni e dei servizi che le imprese turistico ricettive offrono alla clientela.

Sostenere la ripartenza

Anche se il secondo semestre del 2022 si è aperto con risultati incoraggianti, le imprese del turismo dovranno attendere a lungo prima di poter inneggiare allo scampato pericolo.

Il fatturato perso dalle strutture ricettive italiane nel corso del 2020 e del 2021 è superiore a 23 miliardi di euro e ci vorranno anni per pagare i debiti contratti durante la pandemia. A pagare il prezzo più alto sono state le strutture che operano nelle città d’arte, soprattutto quelle in affitto. Senza dimenticare l’ulteriore batosta inferta a tutte le imprese a seguito dell’incremento generalizzato del livello dei prezzi, che ha raggiunto livelli abnormi nel campo delle forniture energetiche.

L’obiettivo: Aiutare le imprese a ristabilire una situazione di equilibrio economico sostenibile.

Attrarre le risorse umane

La carenza di manodopera qualificata accomuna tutte le economie turistiche avanzate, anche in paesi caratterizzati da livelli di disoccupazione relativamente alti, come l’Italia.

Il fenomeno non è del tutto nuovo, anche se da qualche anno a questa parte tende a manifestarsi in forme accentuate. Si tratta del risultato di un articolato insieme di fattori, tra cui di certo vi sono il clima di incertezza ingenerato dalla pandemia, il progressivo contrarsi della forza lavoro disponibile per effetto dell’invecchiamento delle società, il mutamento delle preferenze di vita e di lavoro della popolazione più giovane, alcune distorsioni nel funzionamento delle varie forme di sostegno al reddito e l’aumento della concorrenza di altri settori con una domanda di lavoro in forte crescita.

L’obiettivo: Facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e la ricerca di personale qualificato.

Sviluppare i talenti

Il capitale umano rappresenta il più importante asset dell’impresa turistica. Sul corretto impiego di questa risorsa si fondano le capacità competitive delle singole aziende e dei sistemi territoriali che costituiscono la spina dorsale dell’offerta turistica italiana.

La manutenzione delle conoscenze e delle competenze degli addetti del settore ai diversi livelli e la qualità del sistema di istruzione che, attraverso gli istituti tecnici e professionali ad indirizzo turistico, forma le fila dei futuri addetti del settore rappresenta un obiettivo dell’intero sistema turistico.

L’obiettivo: Avvicinare la scuola e l’università al mercato del lavoro, riducendo la distanza tra i fabbisogni di competenze espressi dalle imprese e le competenze acquisite dai giovani durante il percorso formativo.

Ridurre la pressione fiscale

Un’impresa italiana di medie dimensioni è soggetta ad un carico fiscale complessivo pari al 59,1% dei profitti commerciali.

Il total tax rate stimato per un’impresa italiana di medie dimensioni testimonia un carico fiscale complessivo del 59,1%, superiore rispetto a quello rilevato nella gran parte dei paesi europei concorrenti.

Per le attività ricettive, la situazione è resa più complicata dagli oneri fiscali che gravano sugli immobili anche durante i periodi di inattività. Per incentivare lo sviluppo e ridurre il gap rispetto ai nostri competitor, occorre ridurre la pressione fiscale sul lavoro e sui profitti delle aziende, che sono il motore della crescita.

L’obiettivo: Diminuire la pressione fiscale che grava sulle imprese turistiche, affinché l’imposizione assuma un peso equo e ragionevole.

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